Alzarsi
di buon ora non sempre è un piacere e, molto spesso, capita di
vivere l'inizio del nuovo giorno con i meccanici automatismi della
consuetudine. Lasciandosi però accompagnare dal canto dei merli o
dai riflessi ambrati della luce crescente, le prime ore della
giornata possono anche regalare pacate parentesi di riflessione.
Sono
piccoli attimi, in cui i profili degli edifici sono ancora tinti di
scuro, e, assieme ai rami degli alberi, che, ancora spogli, si levano
verso l'alto, disegnano giochi di contrasto con le sfumature del
cielo. Momenti in cui la quiete precede il caos ed in cui la mente è
ancora ben disposta all'ascolto. Poche frazioni di ore e tutto sarà
già trasformato, non in qualcosa di buono oppure di cattivo,
semplicemente di diverso, teso a quell'ormai consueta gara con il
tempo che caratterizza le giornate di tante persone. E quante parole
scandiranno i ritmi della quotidianità: frasi di saluto, di
relazione, di commiato, magari qualche imprecazione davanti ad un
imprevisto; ci saluta un mondo a caratteri in grassetto: titoli di
giornali, slogan pubblicitari, messaggi sui computer e dai nostri
smartphone. Le parole sono ovviamente importanti, sono il perno della
comunicazione, ma cosa accade quando smettono le sembianze pacifiche
di un ponte ed assumono quelle acuminate e pungenti dell'offesa,
della calunnia o della minaccia? Come si possono difendere le persone
più deboli ed educare le generazioni più giovani ad un corretto
utilizzo delle parole nel web?
Queste ed altre
domande sono state oggetto di discussione durante l'evento “Parole
O_stili”, che si è tenuto a Trieste il 17 e 18 febbraio: una due
giorni di lavori che si è posta l'obiettivo di riunire
professionisti e semplici appassionati, confrontandosi sul tema del
linguaggio in rete. Due appuntamenti ricchi di incontri e di ospiti
importanti, quali la Presidente Laura Boldrini, il giornalista Enrico
Mentana ed il cantante Gianni Morandi. Nonostante i nomi di rilevo,
come recita la home page dell'iniziativa, “...non ci saranno
guru ma sarà importante il contributo di tutti”.
Come
racconta la fondatrice Rosy Russo, il progetto nasce quasi per caso
“...da una telefonata e da settanta mail che parlavano di un sogno:
della volontà di diffondere il virus positivo dello scegliere le
parole con cura”. Un sogno dai contenuti però molto concreti,
affrontati in sessione plenaria durante l'assemblea del venerdì, e
divisi in nove panel nei lavori del sabato, in cui si è spaziato dai
temi dei Social media ai tweet religiosi di Papa Francesco, dalle
bufale della disinformazione ai turpiloqui della politica.
Una
rilevante occasione di incontro e di crescita per sottolineare quanto
le parole siano importanti, e come possano ferire, talvolta con
conseguenze tragiche, come nei noti casi di cronaca di questi ultimi
anni; per ricordare che dietro ai monitor ed alle tastiere ci si
rivolge sempre ad interlocutori reali, che possono avere idee
divergenti rispetto alle nostre, ma a cui non va mai negato il
rispetto; infine, una considerevole opportunità di dimostrare come
l'utilizzo corretto di internet riesca a portare dei frutti
significativi, quali la rivalutazione e la diffusione di un modo di
comunicare all'insegna della civiltà e della costruttività.
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