venerdì 24 febbraio 2017

quell'idea positiva di trasformare futili parole ostili in PAROLE O_STILI

Alzarsi di buon ora non sempre è un piacere e, molto spesso, capita di vivere l'inizio del nuovo giorno con i meccanici automatismi della consuetudine. Lasciandosi però accompagnare dal canto dei merli o dai riflessi ambrati della luce crescente, le prime ore della giornata possono anche regalare pacate parentesi di riflessione.

 Sono piccoli attimi, in cui i profili degli edifici sono ancora tinti di scuro, e, assieme ai rami degli alberi, che, ancora spogli, si levano verso l'alto, disegnano giochi di contrasto con le sfumature del cielo. Momenti in cui la quiete precede il caos ed in cui la mente è ancora ben disposta all'ascolto. Poche frazioni di ore e tutto sarà già trasformato, non in qualcosa di buono oppure di cattivo, semplicemente di diverso, teso a quell'ormai consueta gara con il tempo che caratterizza le giornate di tante persone. E quante parole scandiranno i ritmi della quotidianità: frasi di saluto, di relazione, di commiato, magari qualche imprecazione davanti ad un imprevisto; ci saluta un mondo a caratteri in grassetto: titoli di giornali, slogan pubblicitari, messaggi sui computer e dai nostri smartphone. Le parole sono ovviamente importanti, sono il perno della comunicazione, ma cosa accade quando smettono le sembianze pacifiche di un ponte ed assumono quelle acuminate e pungenti dell'offesa, della calunnia o della minaccia? Come si possono difendere le persone più deboli ed educare le generazioni più giovani ad un corretto utilizzo delle parole nel web?
Queste ed altre domande sono state oggetto di discussione durante l'evento “Parole O_stili”, che si è tenuto a Trieste il 17 e 18 febbraio: una due giorni di lavori che si è posta l'obiettivo di riunire professionisti e semplici appassionati, confrontandosi sul tema del linguaggio in rete. Due appuntamenti ricchi di incontri e di ospiti importanti, quali la Presidente Laura Boldrini, il giornalista Enrico Mentana ed il cantante Gianni Morandi. Nonostante i nomi di rilevo, come recita la home page dell'iniziativa, “...non ci saranno guru ma sarà importante il contributo di tutti”.
Come racconta la fondatrice Rosy Russo, il progetto nasce quasi per caso “...da una telefonata e da settanta mail che parlavano di un sogno: della volontà di diffondere il virus positivo dello scegliere le parole con cura”. Un sogno dai contenuti però molto concreti, affrontati in sessione plenaria durante l'assemblea del venerdì, e divisi in nove panel nei lavori del sabato, in cui si è spaziato dai temi dei Social media ai tweet religiosi di Papa Francesco, dalle bufale della disinformazione ai turpiloqui della politica.
Una rilevante occasione di incontro e di crescita per sottolineare quanto le parole siano importanti, e come possano ferire, talvolta con conseguenze tragiche, come nei noti casi di cronaca di questi ultimi anni; per ricordare che dietro ai monitor ed alle tastiere ci si rivolge sempre ad interlocutori reali, che possono avere idee divergenti rispetto alle nostre, ma a cui non va mai negato il rispetto; infine, una considerevole opportunità di dimostrare come l'utilizzo corretto di internet riesca a portare dei frutti significativi, quali la rivalutazione e la diffusione di un modo di comunicare all'insegna della civiltà e della costruttività.



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