sabato 3 dicembre 2016

Ti piace questo blog? Clicca sul tasto "SEGUI" ne sarò felice!

Ciao a tutti! Piccola novità: da oggi, in alto a destra del testo, compare il tasto "SEGUI", che vi dà la possibilità di diventare lettori abituali di quello che viene pubblicato.
Se avete piacere vi invito a cliccare e a diventare amici di questo blog.
Un saluto e..a presto!

giovedì 1 dicembre 2016

Novembre è scappato!




  Proprio così...è un'alba bellissima e io mi accorgo che è anche l'inizio di un nuovo mese. Novembre, che succede? Avevi fretta? Nemmeno il tempo di presentarti e sei già scappato. 
Ok, ti perdono, del resto tutti non fanno altro che lamentarsi di esser sempre di corsa...non hai fatto altro che adeguarti a questi tempi un po' strani, dove il timer della felicità sembra sempre pronto a scattare.
Novembre per una triestina trapiantata in Friuli è un mese che si vive sospeso: a Trieste è tempo di favette, (i tipici dolcetti alle mandorle dai colori rosa, bianco e cioccolato), è tempo di "cossa fe per el ponte de San Giusto?" (la ricorrenza del Patrono di Trieste si festeggia il 03 novembre e si unisce così alla festività dedicata ai Santi), mentre in Friuli si coniuga l'invasione dei ceri commemorativi nelle vetrine con l'allegro vociare dei bambini, che vanno in giro per il paese scandendo "dolcetto o scherzetto?".
Tempo di pioggia, nebbia e umidità, di panni che non si asciugano e di pomeriggi che son già sere.

E' tempo di quella sensazione di non avere tempo. Ma anche novembre sa coglierti di sorpresa: con un'alba dai colori che non ti aspetti, o con un incontro inatteso durante una passeggiata nel centro di San Vito al Tagliamento.
E' domenica: le luci del pomeriggio virano già alle sfumature dell'imbrunire; la piazza non è molto affollata, ma si respira aria di preparazione al Natale: qualche riflesso luccicante da un addobbo di una finestra, qualche ramo agghindato davanti alle vetrine sotto ai portici.
Una piccola folla si accalca nei pressi dell'accesso dell'Antico Teatro Arrigoni, mentre la gentile signora che li accoglie fa cenno di no con la testa, i posti sono esauriti, ma per chi ha un po' di pazienza si è deciso di replicare ancora. Si proietta "Pezzi sparsi" di Marta Pasqualini, documentario che racconta la vita di Toni Zuccheri e con la quale San Vito inaugura il percorso "Gli uomini illustri della terra di San Vito".
Va bene, si aspetta, ma nel frattempo? Decido di prolungare la passeggiata fino alla Chiesa di San Lorenzo, dove mi attende un'altra sorpresa: una mostra fotografica dedicata a Gianni Berengo Gardin

Un incontro con un personaggio che ancora non conoscevo ed un tuffo in bianco e nero attraverso i cambiamenti delle epoche, dei costumi e del sociale.
Dagli archivi de La Gondola di Venezia e del CRAF di Spilimbergo, si snoda un percorso che mi accompagna da Parigi a Venezia, dalla fine degli anni 50 alle figure femminili della Milano degli anni 70; dal profilo di una donna con un filo di perle, alle teste rasate ed ai sorrisi incerti dei reportage scattati all'interno dei manicomi ai tempi di Basaglia.
A spiegare il suo operato la voce dell'artista stesso, grazie ai filmati delle sue interviste, in cui racconta com'è cambiato il modo di fare fotografia attraverso i tempi e di come siano nati alcuni suoi progetti, diventati poi libri, nonché archivio di un vissuto che acquisisce valore di memoria storica. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino all'8 gennaio 2017 e sarà visitabile, con ingresso libero, i venerdì, sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,00 (per maggiori informazioni  ed aggiornamenti consiglio comunque di consultare il sito del Comune di San Vito al Tagliamento).

Approfittando della insperata occasione della proiezione supplementare, approntata per non deludere le numerose persone che erano rimaste escluse dal tutto esaurito, mi appresto finalmente ad assistere alla proiezione del documentario "Pezzi Sparsi".
Appollaiata in una delle mie postazioni preferite, già nei pochi minuti che precedono l'evento mi guardo attorno: ci si sente bene, a proprio agio, accolti dai rumori ovattati, dall'aroma del legno, dall'atmosfera calda e dai dettagli di un posto che profuma di storia.


Non è difficile, qui, in questo piccolo gioiello di teatro, raccogliersi e venir rapiti da quello che si sta osservando. E' ancora più facile se la storia raccontata dal fascio luminoso che si proietta sullo schermo, ha i toni delicati e le immagini eloquenti adoperate da Marta Pasqualini. L'occhio attento, ma non indiscreto, di chi segue con rispetto il lavoro dell'artista Zuccheri, riuscendo comunque a trasmetterne l'aspetto più umano: lo sguardo intenso e la barba arruffata, i momenti di vita all'interno dei laboratori Venini, le fasi di ideazione e progettazione delle sue opere, ma anche gli aneddoti dei collaboratori ed i ricordi dei famigliari. 

Colpiscono, le inquadrature sui particolari minuziosi dei suoi eccezionali animali; colpiscono anche le sue parole, il suo parlare gentile, la sua continua ricerca di ispirazione  che lo fa gettare dei  pezzi di vetro, scarto di lavorazioni della vetreria, all'interno di una stufa per riuscire a tramutarli poi in opere d'arte; "...un'immagine che userei per descrivere mio padre sono le mani..mani tagliate..sempre alla ricerca.." racconta la figlia Orsola.
Di questo bellissimo film si potrebbero ovviamente offrire varie letture: analizzandone la tecnica di realizzazione dei filmati e del montaggio, elencando le opere e la progettualità di Zuccheri dalla sua formazione alla sua intera vita, ma persone più qualificate di me lo hanno già fatto; con questo piccolo diario on line io mi offro solo di raccontare le emozioni che ne sono scaturite e ciò che di esse è rimasto impresso nella mia memoria, sperando che possano incuriosire ed avvicinare a ciò che descrivo, chi ha il piacere di leggerle.
Perché le idee vanno colte subito, come dice proprio in una frase Toni Zuccheri mentre lavora, altrimenti non è che si dimenticano, però...non si fanno più.